L’Halo Implant è un impianto tensegrale.
Questo impianto è stato progettato dal dr. Andrea Bernardis, Odontoiatra, Chirurgo Orale.
Nasce dall’esigenza di rispettare le caratteristiche fisiologiche del sito ove viene inserito.
L’osso in cui inseriamo i nostri impianti è un sistema tensegrale
Osso sistema tensegrale
E’ una struttura meccanica composta da elementi discreti e distinti sottoposti a forze di compressione e da elementi continui sottoposti a sforzi di tensione.
L’osso rispecchia il principio di tensegrità, che anima tutto il corpo umano, costituito da 206 ossa tenute insieme da un sistema fasciale, di natura connettivale e cartilaginea.
Possiamo immaginarlo come un insieme di 206 isole ossa), immerse in un oceano in tensione (sistema fasciale).
Principio di Tensegrità
Ogni singolo elemento è discreto e distinto dagli altri, ma sotto carico, si comporta, come un unico insieme di elementi continui.
Tale sistema tensegrale trasforma un carico compressivo, che agisce su un solo elemento, in un insieme di forze vettoriali tensive. queste si trasmettono in tutte le direzioni (radialmente) , ridistribuendo il carico su tutto il sistema continuo.
Come se dal punto della compressione partisse una raggiera di vettori, disegnati il volume di una sfera.
Sfera e piattaforma implantare
Una vera esplosione sferica.
SFERA
Questo è quello che accade nel corpo umano soggetto alla forza di gravità ed alla pressione atmosferica.
Il modello tensegrale si applica, oltre che all’arte, anche al nostro corpo.
In particolare allo scheletro come all’osso fino alla cellula, con il suo citoscheletro.
Ad esempio, la stabilità della colonna vertebrale dipende più dalle forze di tensione che di compressione.
Le vertebre rappresentano le strutture fisse ed il tessuto connettivo la struttura di tensione che sospende e controlla le prime.
Struttura tensegrale
Ogni struttura tensegrale, che si basa su uno stato di tensione continua e di discontinua compressione è stabile in tutte le direzioni.
Essa suppone un insieme di connessioni interne altamente integrate, come si osserva nel corpo umano.
Il principio di tensegrità può applicarsi a qualunque scala nel corpo umano (Ingber 1985).
La tensione evita lo schiacciamento da compressione
Va subito focalizzato un concetto basilare: La tensione evita lo schiacciamento da compressione
Lo osserviamo nelle immagini ove è rappresentata la similitudine tra l’articolazione coxo-femorale (anca) e l’osso zigomatico-mascellare, rispetto all’azione delle forze compressive.
Similitudine fra anca-arto inferiore e osso alveolare-legamento parodontale
Tali strutture rispondono ai principi della tensegrità, necessaria per dissipare tutti i carichi biomeccanici compressivi in tensioni, lungo vettori di forza, che evitano le articolazioni.
In particolare, evitano quelle non progettate per essere sottoposte a carico compressivo.
Così la caviglia ed il ginocchio, come il legamento alveolo-dentale e lo zigomo, in grado di assorbire i carichi compressivi, riceveranno però, solo carichi intrinsecamente, dissipati sui loro legamenti.
Questo gli permetterà di ricevere carichi minimali in quanto distribuiti dal sistema tensegrale a tutti gli elementi continui.
I carichi divengono tensioni F/S (Forza divisa per la Superficie)
I vettori così generati verranno poi veicolati verso strutture più lontane dissipando lungo il percorso la forza compressiva.
Strutture ossee e carichi compressivi
Tutte le nuove forze generate e modificate all’interno del sistema tensegrale, verranno orientate lontano dalle articolazioni, soprattutto, quelle deputate a lavorare senza carico.
Ossia, quelle che non sopportano carichi diretti (compressivi) come anca, ATM, cavità orbitaria, base cranica, ecc.
Ad esempio, il bacino andrà in tensione, aprendosi (rotazione esterna), liberando l’anca dai carichi che originano dal basso come quelli che arrivano dall’alto.
Per difendere il contenuto del bacino non a caso il soggetto assumerà in stazione eretta atteggiamenti compressivi o iper-estensivi (Busquet). Tutto ciò al fine di evitare compressioni degli organi appoggiati sul fondo del bacino (utero, vescica, ecc).
compressione e iperestensione
Allo stesso modo, il palato andrà in tensione sotto carico masticatorio per dissipare parte del carico compressivo. Questo dalla superficie occlusale dei denti viene orientato verso lo zigomo, per evitare orbita e cavità cranica, come accade per il bacino.
principio tensegrale
Anche all’interno delle ossa mascellari, come in tutte le ossa, vale lo stesso principio tensegrale.
Tessuto osseo
Ricordiamo che, il tessuto osseo è costituito principalmente da fibre collagene immerse in una fase minerale e da cellule.
La fase minerale è formata da cristalli di idrossiapatite orientati longitudinalmente alle fibre collagene. Essa presenta una densità progressiva associata alla maturazione del tessuto.
Le fibre collagene, invece, sono orientate nello spazio dal carico a cui il tessuto è soggetto durante la formazione o il rimodellamento.
Sia la fase minerale sia quella organica sono coinvolte nella resistenza meccanica del tessuto.
Per cui, l’osso mascellare, sotto carico compressivo dell’impianto, sarà in grado di sopportare tale carico, solo trasformandolo da compressivo a tensivo.
Pena il riassorbimento dei cristalli di idrossiapatite di calcio e frattura delle fibre collagene.
Teoria meccano-statica
Harold Frost, con la sua teoria meccanostatica, ha dettagliatamente studiato il comportamento dell’osso trabecolare e compatto sottoposti a carichi compressivi diretti.
Teoria meccano-statica
Frost
Appare chiaro, che un impianto endo-osseo si osteo-integrerà e manterrà tale osteo-integrazione solo se rispetterà i principi biomeccanici dell’ospite (osso).
Importante che un impianto sia in grado di trasformare i carichi protesici (masticatori) compressivi in tesnsivi, grazie ad adeguate superfici implantari.
Queste, a loro volta, coinvolgeranno aree sempre più ampie di osso non rimaneggiato dalla preparazione del sito implantare.
Impianto tensegrale
Importanza dell’osso nativo (old bone)
Una ideale stabilità primaria è quella ottenuta ancorando fin dall’inizio l’impianto su osso nativo (old bone).
Solo così le nostre implanto-protesi saranno predicibili.
Tutti questi principi sono descritti e immagazzinati in un impianto che è stato progettato, in base al principio della tensegrità.
Halo Implant FMD dental By Dr. Andrea Bernardis
dr.andrea bernardis
L’impianto è l’HALOImplant della FMD dental, progettato dal geniale dr. Andrea Bernardis, Odontoiatra, Chirurgo Orale.
L’Halo implant presenta altri numerosi vantaggi:
connessione protesica conometrica,
doppia conicità,
terzo apicale auto-maschiante ed auto-filettante,
doppio principio,
ferro-magnetismo,
ecc
E’ l’impianto ideale per trasformare i carichi biomeccanici compressivi in forze vettoriali tensive auto-dissipanti.
E’ il primo impianto tensegrale mai progettato prima da altri professionisti del settore.
Le sue caratteristiche gli permettono, pur sollecitato da forze compressive, di aumentare osso nuovo in fase di rimodellamento.
Questo permette di reclutare nuovi osteoblasti, in risposta ai vettori di forza che orientano le fibre collagene. Lungo le quali, si dispongono i cristalli di idrossi-apatite di calcio.
La struttura mineralizzata sopporta carichi assiali compressivi e li dissipa in tutto il sistema osso mediante tensioni connettivali.
Il connettivo è la colla che tiene insieme l’osso.
Quest’ultime si organizzano a fibre concentriche proprio in funzione tensegrale.
Migliora l’osteointegrazione primaria (stabilità) e secondaria (carico-rimodellamento)
Inizialmente, quando l’osso non è maturo (mineralizzato) le fibre connettivali si dispongono a sostenere in modo disorganizzato carichi compressivi come evidenzia l’andamento intrecciato (woven bone) .
Questo spiega quanto sia importante la stabilità primaria ottenuta nell’old bone, grazie alla macro-morfologia implantare di Halo implant..
Tutto ciò è reso possibile, soprattutto, dal design implantare nato nella mente del geniale dr. Andrea Bernardis, Odontoiatra in Latina, Italia.
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