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La stabilità primaria, oggi, ha assunto un’importanza maggiore della stessa osteointegrazione biologica, obiettivo prioritario della scuola svedese, prima di trasmettere qualunque carico sull’interfaccia osso-impianto. Oggi, l’obiettivo non è il raggiungimento di un B.I.C. (Bone Implant Contact), ottenuto con un’osteointegrazione, mediante una lunga fase di quiescenza dell’impianto (3-6 mesi). Oggi, tale obiettivo si raggiunge con una ottima stabilità primaria iniziale, ancorando l’impianto ad osso nativo (old bone), nel rispetto delle Leggi di Wolff e Roux e dei criteri di Tresca e di von Mises, ottenendo così un’interfaccia osso-impianto (BIC), in grado di garantire, oltre l’iniziale stabilità primaria, necessari ad ottenere: ‘assenza di micromovimenti, superiori ai 150 microns’, anche i presupposti per la migliore guarigione dei tessuti duri e molli, ottenendo un’osteointegrazione secondaria o biologica, con un migliore BIC.
Importanza della Macro-morfologia implantare
Da sempre, nel mondo dell’Implantologia, si è considerata la forma dell’impianto, un fattore estremamente importante nel raggiungimento di una sufficiente stabilità primaria e nel mantenimento di un’osteointegrazione biologica (secondaria).
La stabilità primaria, oggi, ha assunto un’importanza maggiore della stessa osteointegrazione biologica, obiettivo prioritario della scuola svedese, prima di trasmettere qualunque carico sull’interfaccia osso-impianto. Oggi, l’obiettivo non è il raggiungimento di un B.I.C. (Bone Implant Contact), ottenuto con un’osteointegrazione, mediante una lunga fase di quiescenza dell’impianto (3-6 mesi). Oggi, tale obiettivo si raggiunge con una ottima stabilità primaria iniziale, ancorando l’impianto ad osso nativo (old bone), nel rispetto delle Leggi di Wolff e Roux e dei criteri di Tresca e di von Mises, ottenendo così un’interfaccia osso-impianto (BIC), in grado di garantire, oltre l’iniziale stabilità primaria, necessari ad ottenere: assenza di micromovimenti, superiori ai 150 microns, anche i presupposti per la migliore guarigione dei tessuti duri e molli, ottenendo un’osteointegrazione secondaria o biologica, con un migliore BIC.
Questa nuova esigenza scaturisce dalla necessità di ridurre i tempi di protesizzazione degli impianti, fino a realizzare protesi immediate, senza carico protesico, soprattutto, in caso di riabilitazioni protesiche e negli elementi singoli. Nel caso di riabilitazioni, AllonFour o AllonSix, inoltre, la riduzione del cantilever, che ha generato impianti inclinati, come la distribuzione dei carichi masticatori, gnatologicamente guidati, ha aperto il campo a nuovi protocolli implanto-protesici, anche computer guidati.
Si è, ormai, capito che, la macro-morfologia implantare, insieme alla microstruttura, debbono seguire una finalità completamente differente da quella che ha animato il passato, mirata alla semplice osteointegrazione biologica, conseguenza di una fase di quiescenza implantare, fino a sei mesi di attesa, in favore di una macro- e micro-geometria, indirizzata alla stabilità primaria ed a sostenere il carico o, meglio, una protesi immediata.
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