Oggi cerchiamo il “segreto” della longevità e la base della salute. Potrebbe risiedere nelle nostre “puzze”?
Tutto nella vita tende ad ossidare e questo grazie alla disponibilità di ossigeno atmosferico, che per questo motivo, quando entra nel nostro organismo, noi ne siamo protetti da mucose e lo scambiamo per gradiente pressorio con il ferro “eme”, evitando che circoli liberamente prima di arrivare alle cellule, che ne fanno una richiesta limitata alle loro esigenze, ossia al loro metabolismo energetico.
Ecco la migliore genetica di quelli, che riescono ad utilizzarlo in maggiori quantità, li rende “speciali”.
Bruciano più grassi (beta-ossidazione), avendo, così, una maggiore energia.
Ricordiamolo, non a caso, il metabolismo è attivato da ormoni, quali noradrenalina, adiponectina (che scioglie il grasso), ormoni tiroidei attivi (come il T3), dal testosterone e dal GH , quest’ultimo non a caso blocca l’utilizzazione del glucosio ematico (diabetogeno) e scioglie i grassi per questo è anche l’ormone “BRUCIA-GRASSI”.
L’ossigeno
L’ossigeno è trattenuto dallo ione ferroso FE2+ che lo rilascia verso le cellule, ove raggiunge il mitocondrio, “fornace” dove avvengono i processi ossidativi.
Noi viviamo immersi nell’ossigeno atmosferico, mentre, al contrario, degli animali ci proteggiamo dalla terra, anzi la allontaniamo come qualcosa di sporco dal nostro organismo pur conoscendo le proprietà terapeutiche dell’argilla.
Residuo fisso
Ci accontentiamo, soltanto, di quella pochissima terra, che resta “intrappolata” (disciolta) nell’acqua che beviamo: il residuo fisso.
La paura degli anaerobi
Ci comportiamo così, perché abbiamo paura e non vogliamo assumere anaerobi, ma con questo atteggiamento, allontaniamo anche molti “nutrienti” importanti, come lo zolfo, così come con l’uso della mascherina allontaniamo i virus-corona, ma allontaniamo, anche, le persone.
Il nostro corpo, al contrario, si avvale molto di altri ALOGENI, quali, oltre dell’ossigeno, in particolare, dello zolfo, ecc.
Non dimentichiamo di essere immersi in una atmosfera, fatta di ossigeno ed azoto e che i peggiori radicali liberi sono composti ROS e RNS dell’ossigeno e dell’azoto.
IMPORTANTE CAPIRSI SUI TERMINI:
Quindi tutto ciò per dire che, nel nostro organismo, alogeni alternativi all’ossigeno sono, fosfati, ma, soprattutto, solfati.
Fosfati
Mentre, i fosfati servono ad “appesantire” le proteine, ad esempio, affinchè, una volta entrate nella cellula, siano “zavorrate” e non possano più fuoriuscire o restare dove è giusto che siano.
Così accade anche per il glucosio che viene, immediatamente, legato al fosfato, per non farlo più uscire dalla cellula, che così se ne impossessa e se non lo utilizza può accumularlo sotto forma di glicogeno (un polisaccaride di riserva).
Insomma, la cellula “zavorra” ciò che entra per impedirne l’uscita.
Energia
Un altro esempio, di “intrappolamento” è quello che accade all’ENERGIA, che viene accumulata nella cellula in legami covalenti del fosfato (ATP), ad alta energia, per essere trattenuta e liberata al momento giusto per permettere lo svolgimento delle reazioni chimiche, che sono la nostra vita, in particolare, quelle REDOX (ossido-riduzione).
Oggi cerchiamo il “segreto” della longevità e la base della salute.
Per questo, studiamo lo zolfo in quanto da studi effettuati su di una particolare specie murina africana glabra, si è visto che vivono, circa 30 anni, ben otto volte in più, rispetto alle altre specie murine.
Ebbene, nel loro intestino, è presente un microbiota fortemente produttore di zolfo “organico”, che sappiamo avere un potente effetto anti-ossidante.
Insomma, dato che il microbiota si eredita allora ecco l’importanza di questi studi e del nostro interesse.
Microbiota-longevità, quale possibile correlazione? lo Zolfo?
Oltre ad avere un’alta longevità, 30 anni, cioè 8 volte in più rispetto ai topi e ratti comuni, i naked mole-rat mostrano una degenerazione cellulare legata all’età molto meno marcata rispetto al “normale” decorso oltre che un’elevata tolleranza allo stress ossidativo, a sostanze chemioterapiche e altri veleni, ai danni al DNA e a quelli provocati da metalli pesanti.
Rilevante è la presenza di specie batteriche in grado di sfruttare i solfati o altri composti a base di zolfo, come accettori di elettroni per il processo ossidativo e/o di fermentazione.
Il mondo vegetale si “protegge” con lo zolfo
Sappiamo, inoltre, che molte specie vegetali si proteggono dall’attacco di batteri e funghi, producendo zolfo, che entra in contatto con il micelio e con le spore del fungo patogeno, penetrando nelle loro cellule grazie alla sua liposolubilità, rompendone la membrana e causandone la fuoriuscita dell’acqua, e quindi la disidratazione e la morte.
Importanza della cistina e del Glutatione ridotto
Inoltre, noi godiamo di un potente enzima anti-ossidante, il Glutatione ridotto (GSH), che a livello epatico svolge un ruolo “essenziale” per combattere lo stress ossidativo.
Esso viene sintetizzato grazie alla cisteina, un aminoacido solforato che deriva dalla biodisponibilità di cistina (due cisteine in ponte disolfuro), insieme col glutammato e con la glicina
In particolare, la cistina è ritenuta la forma molecolare preferita dalle cellule del sistema immunitario, inclusi macrofagi e astrociti.
I linfociti e i neuroni preferiscono invece utilizzare direttamente la cisteina per effettuare la sintesi del glutatione.
Il ponte disolfuro
Il ponte disolfuro (ponte di zolfo) è un gruppo funzionale, costituito da due atomi di zolfo legati (-S-S-), che riveste una notevole importanza nella stabilizzazione della struttura terziaria di molte proteine.
La formazione dei ponti disolfuro avviene per ossidazione dei gruppi tiolici dell’amminoacido cisteina.
Il ponte disolfuro gioca un ruolo importante nel determinare sia la struttura sia la stabilità dei capelli e la consistenza delle unghie, costituiti entrambi per gran parte da catene proteiche di cheratina.
Queste catene vengono tenute insieme proprio dalla formazione di ponti disolfuro, tanto che, in alcune persone, questi ponti sono alla base dei capelli ricci.
Per “stirare” i capelli si debbono rompere-aprire, con bisolfiti, i i ponti disolfuro della cheratina.
Ponti disolfuro e farine
I ponti disolfuro sono alla base della gliadina e la glutenina, proteine della farina, formano un complesso proteico che si chiama glutine.
Anche l’ossigeno è in grado di comportarsi in maniera analoga, come avviene ad esempio nei perossidi come H2O2.
I ponti disolfuri -S-S- servono a mantenere la struttura terziaria delle proteine proteggendole dalla denaturazione
In particolare la cistina che si forma da due molecole di cisteina aminoacido solforato svolge un’azione fondamentale e capiamo quindi la notevole importanza dello zolfo e degli aminoacidi solforati come metionina e cisteina per la salute del nostro organismo e delle nostre proteine e per lo svolgimento delle reazioni REDOX senza esporci all’azione dei radicali liberi dell’ossigeno e dell’azoto.
Le proteine dell’albume dell’uovo contengono metionina e cisteina

Per cui gli alimenti che li contengono come le proteine dell’albume dell’uovo sono fondamentali.
Inoltre, come i supplementi dietetici di N-acetilcisteina (NAC) sono una fonte di cistina, una delle fonti più ricche di cistina è rappresentata dalle proteine non denaturate del latte.
La cistina non viene digerita o idrolizzata in modo significativo nello stomaco, ma viene trasportata dal flusso sanguigno nei vari distretti cellulari dell’organismo.
Qui il legame disolfuro viene scisso producendo la cisteina, che viene resa disponibile per la sintesi del glutatione.
Insulina
Anche l’insulina ha tre ponti di solfuro, in grado di tenere legate e ripiegate le due catene polipeptidiche costituenti di questo ormone.
Collagene e Cheratina
Ancora, il collagene e la cheratina hanno ponti di solfuro, che garantiscono grande elasticità e resistenza alle loro macrostrutture, come il tessuto connettivo, capelli, zoccoli e unghie.
Coenzima A
Anche, il coenzima A, presente in tutti gli organismi viventi, dove svolge un ruolo significativo nella ossidazione e di biosintesi degli acidi grassi, della decarbossilazione ossidativa dell’acido piruvico, è spesso indicato con la sigla CoA o eventualmente CoASH (o HSCoA), per mettere in evidenza il gruppo tiolico (-SH), presente nella complessa struttura della molecola e che più attivamente partecipa al meccanismo d’azione del coenzima A.
Ancora, lo zolfo svolge un’importantissima azione antiossidante in quanto “fissa” lega le molecole a sé, proteggendole dall’azione ossidante dell’ossigeno e per questo è considerato sostanza potentemente antiossidante.
Per cui, preparare un’acqua magnesica e solfatica, ci permette di fornire una fonte di solfato “organico”, al nostro microbiota, che lo trasformerà in zolfo “organico”, sviluppando in parte una gas volatile quale l’acido solfidrico (H2S), che unito al metano (CH4), darà il tipico “odore” di uova marce, alle nostre “puzze”, indicandoci che il sale inglese inorganico, si è trasformato in un prodotto organico, utile per tutto quello che abbiamo appena detto e non solo.
Indicazioni terapeutiche ulteriori
Infatti, le indicazioni terapeutiche del magnesio solfato, oltre, come purgante, è il farmaco di scelta in caso di eclampsia per la prevenzione delle convulsioni ricorrenti.
Si è dimostrato estremamente efficace nel favorire il rientro dell’aritmia, alla dose di 1-2 grammi per via endovenosa.
Inoltre, aumenta la permeabilità cellulare, favorisce la ricrescita dei capelli, migliora la sintesi del collagene e del connettivo, ha potente azione anti-ossidante, favorisce la detossificazione epatica, e lo smaltimento di alcol e farmaci, l’eliminazione di cataboliti tossici dai muscoli, rappresenta un buon rimedio per i dolori articolari.
E’ un anti-age.
E’ ECONOMICO.