Secchezza vaginale e Collagene Craurosi vaginale
La secchezza vaginale è un problema diffuso, presente in una donna su tre, soprattutto, in menopausa ed accompagna la craurosi vaginale. La naturale lubrificazione è mantenuta dagli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, e quando diminuiscono, si va incontro facilmente a secchezza vaginale.
Importanti sono le patologie infiammatorie che possono colpire i genitali, e soprattutto, la vulva sono l’atrofia vulvo-vaginale, seguita dal lichen sclerosus, dal planus, dal simplex cronico; fino, a dermatosi come la psoriasi, la dermatite seborroica e quelle irritative e allergiche.
La craurosi causa di secchezza vaginale
La craurosi vulvare o distrofia vulvare o lichen scleroatrofico o scleroderma guttato o white spot disease o vulvite leucoplastica, leucocraurosi o malattia di Breisky), fu descritta per la prima volta nel 1888.
E’ una patologia infiammatoria a carattere cronico-recidivante e ad eziologia ancora non del tutto nota, responsabile tra gli altri sintomi di secchezza vaginale.
Oltre all’atrofia, è possibile osservare, nell’ambito di un epitelio normale, aree di atrofia, ispessimento, iperplasia.
Frequente è l’evoluzione verso l’atrofia e la secchezza vaginale con perdita di architettura dell’organo e con esiti cicatriziali e conseguente riduzione funzionale. Questa a causa della fusione delle piccole labbra, dell’obliterazione del clitoride e del restringimento dell’orifizio vaginale.
Inizialmente, la vulva è integra, ma è presente eritema infiammatorio, con possibili erosioni, macchie biancastre e arrossamenti. La patologia interessa l’area vulvare ed orifiziale ma non il canale vaginale e la cervice.
Sintomatologia
I sintomi possono essere assenti o patognomonici, come il prurito vulvare, di intensità variabile, che può portare a lichenificazione conseguente al grattamento cronico.
Può associarsi prurito anale e perianale con ragadi, difficoltà nella defecazione con sanguinamento.
Bruciore, dispareunia, anorgasmia, disuria e difficoltò allo svuotamento vescicale sono in genere sintomi tardivi, dovuti all’alterazione strutturale.
Colpisce il distretto ano-genitale, con prevalenza del sesso femminile (femmine/maschi 6-10:1).
Ha un esordio tipicamente legato alla riduzione ormonale e quindi o bambine in età prepuberale o donne in post-menopausa. Anche gli uomini sopra i 40 anni possono essere interessati.
E’ una malattia incurabile, ma possono e debbono essere trattati i sintomi.
Importanza di una diagnosi precoce
Importante agire per tempo grazie ad una diagnosi precoce ed una terapia tempestiva, così da bloccare la progressione.
Questo è importante per scongiurare il rischio di secchezza vaginale, pseudocisti clitoridee, parestesie dolorose, disfunzioni sessuali, quadri depressivi, carcinoma a cellule squamose (5% dei casi).
La diagnosi prevede un esame clinico e, talvolta, l’esame istologico, per una diagnosi differenziale con altre patologie e con il carcinoma a cellule squamose.
Importate è la diagnosi differenziale con il lichen planus.
L’eziologia non è sconosciuta, anche se si relazioni a fattori immunologici ed ormonali.
I fattori immunologici sono legati alla forte incidenza di patologie autoimmuni nel sesso femminile (tiroidite, alopecia areata, vitiligine, anemia).
Inoltre, la presenza di autoanticorpi IgG circolanti contro le proteine della matrice extracellulare, responsabili dell’infiammazione cronica genitale, avvalora l’importanza di fattori immunologi.
Allo stesso modo, la prevalenza della patologia nelle fasi fisiologiche ipo-estrogeniche della vita come l’epoca prepubere e post-menopausale attribuisce una maggiore importanza ai fattori ormonali.
Anche infezioni come la Borreliosi o Epstein-Barr virus e i traumi ripetuti ed i fattori irritanti sono considearti fattori significativi nell’insorgenza della malattia.
Terapia sintomatica
Considerato che la terapia è prettamente sintomatica e rivolta al trattamento precoce al fine di prevenire la progressione della patologia.
Il trattamento di prima scelta è l’uso di steroidi topici (estrogeni e progestinici) ad alta potenza sotto forma di unguento, da utilizzarsi ogni giorno per periodi limitati (1-2 mesi) per poi scalarli, in associazione con antimicotici sistemici con lo scopo di prevenire eventuali candidosi. Anche anti-ossidanti come i retinoidi topici e sistemici possono trovare qualche utilità in casi selezionati, così come emollienti e lenitivi.
Alla chirurgia si ricorre solo in casi avanzati o nel carcinoma o per eseguire la circoncisione nell’uomo. Importante un abbigliamento intimo adeguato e detergenti specifici.
Anche l’uso del PRP e del lipofilling a livello vulvare giovano nell’atrofia vulvare, favorendo l’elasticità ed il trofismo della mucosa.
Il collagene un integratore fondamentale
Un chiaro miglioramento ci viene riferito dalle nostre pazienti con l’assunzione giornaliera di almeno 20 grammi di Collagene idrolizzato Solugel 5000 B.
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Si sono ottenuti evidenti miglioramenti in termini di idratazione, con chiara scomparsa della secchezza vaginale, spessore della mucosa, vascolarizzazione, elasticità, minor prurito bruciore e ricorso a creme.
Alcuni casi di vulvodinia, come nel prurito perianale si è ottenuta una riduzione della sintomatologia e della secchezza vaginale in termini di frequenza ed intensità.
Per cui lo consigliamo sia come prevenzione quanto come terapia per le patologie come il lichen sclero-atrofico genitale maschile e femminile, la vulvodinia, i pruriti ano-genitali, la secchezza vaginale.
Ovviamente, tale terapia non contrasta con le terapie convenzionali fino ad oggi utilizzate, quali steroidi topici ed emollienti.
Collagene una soluzione naturale di supporto alle creme
Il collagene permette la rigenerazione della mucosa vulvo-vaginale ripristinandone la corretta funzionalità.
La mucosa vulvo-vaginale è caratterizzata da assenza di cheratina e da grande contenuto di acqua, con riduzione della secchezza vaginale.
La sostanza fondamentale tipica del connettivo è formata da peptidoglicani, legati a lunghe catene di acido ialuronico, che intrappolano acqua.
I fibroblasti producono la componente fibrillare (fibre collagene ed elastiche) e la sostanza amorfa (ialuronico e protidoglicani).
Il collagene idrolizzato stimola la sintesi di nuovo collagene da parte dei fibroblasti e inibisce l’attività delle collagenasi.
Questo porta ad un ripristino della corretta composizione della matrice con fibre collagene all’interno della sostanza amorfa con adeguato contenuto in acqua.
Si ristabilisce una corretta permeabilità connettivale con aumento dei nutrienti, con evidente miglioramento del turgore della mucosa ed aumento dell’idratazione con riduzione del prurito e bruciore.
Inoltre, si ottiene un incremento del trasudato vaginale con diminuzione della secchezza e della dispareunia, recupero del trofismo, aumento del glicogeno cellulare, ricolonizzazione dei lattobacilli e diminuzione del pH.
Si raggiunge un aumento dello uno spessore vulvare e vaginale, con distacco cellulare superficiale e aumento del glicogeno cellulare.
Vantaggi con l’assunzione del collagene
Tutte riferiscono miglioramenti della sintomatologia: miglioramento del dolore a livello dell’introito vaginale, miglioramento del bruciore, prurito, secchezza vaginale, dispareunia e miglioramento dei sintomi urinari come incontinenza urgenza e cistiti ricorrenti, dopo un periodo adeguato (almeno un mese).
La maggior parte delle pazienti riferisce che non ha più necessità di applicare assiduamente creme idratanti e lenitive.