ChetoProteina Bernardis l’unica Proteina di “Riserva”, presente in Natura
La nostra ChetoProteina (Bernardis) è una fosfoproteina, derivata da latte fresco, di cui ne costituisce la principale fonte proteica.
E’ l’unica proteina di riserva, che Madre Natura ha messo a disposizione del neonato per garantire una continua fonte proteica, così da sopperire alla mancanza della placenta, in questa particolare fase della vita neonatale, in cui si realizza il massimo accrescimento corporeo e staturale.
Confronto fra animali metateri ed euteri
Possiamo immaginare questa fase sovrapponibile, a quella che si verifica nei mammiferi con placenta vitellina (marsupiali-metateri), in cui terminata la fase embrionale, al II mese della vita intrauterina, il piccolo feto con l’aiuto dei peli e della madre-canguro raggiunge il marsupio, ove trova 27 capezzoli pronti ad allattarlo, in modo attivo, grazie alla muscolatura, di cui godono.
Quindi, il marsupio con i suoi capezzoli attivi sostituisce totalmente la funzione placentare, tipica dell’uomo (Euteri).
Questa funzione del marsupio nell’accrescimento è possibile sempre grazie alla proteina di riserva presente nel latte, che, così, garantisce una fonte continua di aminoacidi semplici ed oligopeptoidi, dopo la nascita.
Non ci sarà quindi bisogno di una nutrizione continua come accade con la placenta, ma ci saranno fasi nutrizionali di allattamento al capezzolo a cui seguiranno pause nutrizionali, in cui la proteina di riserva garantisce la continuità nutrizionale.
E questo serve anche a preparare i piccoli nascituri allo svezzamento ed a fase senza nutrimento, tra un pasto e l’altro.
Una domanda nasce spontanea:
Come mai anche noi non abbiamo un marsupio con capezzoli attivi, ossia dotati di muscolatura, ed una placenta vitellina? Ancora, perché la donna (mamma) è costretta a dover affrontare un parto talvolta distocico, al contrario di mamma canguro?
Per rispondere a queste domande e comprenderne le risposte è necessario fare una premessa.
Noi siamo su questa Terra in risposta a due principi di sopravvivenza: uno individuale (conservazione dell’individuo) ed uno di specie (conservazione della specie.
Madre Natura però difronte al principio individuale (mors tua vita mea) attiva l’altro di specie (sopravvivenza dei figli e quindi della specie).
Per cui Madre Natura difronte al principio di sopravvivenza della specie non si preoccupa di rischiare la vita della madre con il parto, pur di far nascere un neonato in grado di nutrirsi autonomamente al seno o della propria madre o di un’altra donna (mammane) oppure da un ritrovato, oggi, della società (latte artificiale) oppure, in tempi passati, da altro animale, vedi la lupa capitolina.
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Proprio per questo si è passati dalla placenta vitellina alla allantoidea-discoplacentare.
La placenta vitellina espone il piccolo nascituro ad un atteggiamento passivo e di totale dipendenza da mamma-canguro, che deve farlo nascere ed attaccare al capezzolo, però, se ciò non avviene, tra un salto e l’altro, si rischia la morte del feto, incapace di nutrirsi al seno di altro animale, rischiando l’estinzione della specie.
Al contrario, i nostri neonati sono “attivi”, ossia in grado di nutrirsi autonomamente al capezzolo anche se questo non è provvisto di muscolatura attiva.
Non a caso, i biberon hanno forza propria ma basta darli in mano al piccolo neonato e farà tutto da solo, e se qualcuno glielo toglie sono in grado di urlare, ecc.
Chiariti questi concetti, capiamo bene quale sia l’importanza della presenza, in abbondanza, nel latte materno di questa proteina di riserva, garante dell’accrescimento dei nostri piccoli neonati un accrescimento, senza rischiare fenomeni carenziali.
Proteina di riserva: ChetoProteina
La proteina di riserva, chetoproteina, è una proteina coniugata, cioè legate ad altre molecole, in particolare al fosforo.
I gruppi fosforici sono importanti sia per la struttura della proteina, sia per la sua funzione, in quanto, è in grado di legare ioni calcio e magnesio, così da essere un carrier di calcio minerale.
Slow Protein
La Slow Protein, a lento rilascio, è idrofobica così da assumere una struttura micellare, salvo la k-caseina che le mantiene in soluzione nel latte.
Inoltre, essa manca di una struttura terziaria ed è quindi stabile termicamente, tanto da non poter essere denaturata al di sotto del punto d’ebollizione poiché non c’è una struttura da denaturare.
Sono anche gli stessi residui idrofobici esposti all’esterno della proteina a farla precipitare in ambiente acido (stomaco-succo gastrico o caseifici-caglio).
La coagulazione, ossia la precipitazione della ChetoProteina, avviene grazie all’acidità, alla temperatura, ai sali minerali e all’aggiunta di caglio.
Noi utilizziamo la coagulazione enzimatica, un processo a tre stadi che inizia con l’aggiunta di caglio.
Il caglio contiene vari enzimi, tra cui la chimosina, in grado di far precipitare le strutture micellari. L’aggregazione delle micelle è favorita dagli ioni calcio.
Anche l’ebollizione riesce ad aggregarla
L’aggregazione della caseina avviene anche portando la temperatura oltre il livello di ebollizione del latte a causa della modifica delle proprietà del latte, tra cui la formazione di acidi e il rilascio di anidride carbonica.
ChetoProteina ideale in un programma di Dimagrimento
La nostra proteina viene impiegata come integrazione proteica per consentire, oltre ad un aumento della massa muscolare, la sua conservazione (azione anti-catabolica).
Principalmente la utilizziamo per il suo lento rilascio di aminoacidi semplici ed oligopeptidi, necessari sia per la gluconeogenesi necessaria al mantenimento di una glicemia costante, evitando il rischio del catabolismo muscolare.
La fonte di oligopeptidi è necessaria per garantire la fonte necessaria per sostenere la sintesi proteica muscolare e non solo: azione anti-catabolica.
A differenza delle whey (proteine del siero de latte), i cui amminoacidi vengono immessi molto rapidamente nel flusso sanguigno, la nostra proteina causa l’effetto opposto, non avendo così effetto insulinotropico (stimolare l’insulina).
Fondamentalmente la nostra proteina è per definizione la proteina ad assorbimento lento presente in Natura e sul mercato.
Una proprietà interessante legata alle sue capacità di formare un gel o coagulo nello stomaco, che lo rende molto efficiente in termini di apporto di sostanze nutritive.
Il coagulo è in grado di fornire un rilascio lento e sostenuto di amminoacidi nel flusso sanguigno, che può durare per diverse ore, circa sette ore.
Mantiene uno stato anabolico ed anti-catabolico
Questa caratteristica è ritenuta molto importante per mantenere uno stato anabolico e anti-catabolico sul tessuto muscolare per tempi relativamente lunghi.
In questo modo favorisce una maggiore ritenzione di azoto e di utilizzo da parte del corpo.
Grazie alle sue proprietà di lento assorbimento, la nostra proteina caseina è ampiamente utilizzata tra i pasti e prima di coricarsi per mantenere lo stato anabolico sul tessuto muscolare.
Importanza del pasto proteico con chetoproteina
Recenti evidenze scientifiche infatti riconoscono l’utilità del pasto proteico a base di slow protein poco prima di coricarsi per stimolare la sintesi proteica muscolare e migliorare il bilancio proteico durante il periodo di recupero notturno post-allenamento.
Altri studi recenti riconoscono che un pasto assunto poco prima di coricarsi, soprattutto se a base di proteine, provoca effetti favorevoli sul metabolismo e sul dispendio energetico a riposo la mattina successiva.
ChetoProteina Fonte inesauribile di aminoacidi
La ChetoProteine contiene tutti gli amminoacidi essenziali nella giusta proporzione risultando in un ottimo profilo amminoacidico, favorevole e adatto alla crescita muscolare.
Inoltre, favoriscono il recupero muscolare a seguito dell’attività fisica , stimolando la sintesi proteica e la crescita muscolare.
Ancora, favoriscono un profilo ormonale adatto alla crescita muscolare e al dimagrimento.
Esse presentano alcune caratteristiche peculiari:
un elevato valore Biologico (VB);
determinano un lento rilascio amminoacidico che puòsuperare le 7 ore;
hanno un bassissimo indice insulinico e glicemico (IG);
contengono quantità maggiori di glutammina, arginina, fenilalanina rispetto alle whey;
includono anche una lunga lista di enzimi, ormoni proteici e fattori di crescita;
sono le più adatte a contrastare il catabolismo proteico al contrario delle whey, o altre proteine a rapida assimilazione;
determinano uno stimolo anabolico generalmente inferiore se comparato alle whey protein.
Noi utilizziamo il caseinato di calcio per l’alta solubilità e digeribilità
Noi fra le varie tipologie utilizziamo il Caseinato di calcio (CC), ottenuta dall’aggiunta di calcio alla caseina, in quanto è anche la più solubile.
Il caseinato contiene mediamente oltre il 90% di proteine ed è la forma di caseina maggiormente solubile. Si scioglie molto più facilmente nei liquidi, senza formare grumi. La maggior solubilità implica minore aggregazione nello stomaco e digestione piùrapida. E’ ottima in quanto contiene un più alto contenuto di arginina e triptofano.
Slow protein Lento rilascio
La slow protein è nota per il suo lento assorbimento e l’aggettivo “slow proteins” venne applicato negli anni novanta, quando, uno studio in particolare (Boirie et al. 1997), esaminò le differenze tra la proteina del siero del latte e della caseina. La slow protein raggiunge il picco di amminoacidi nel sangue e nella sintesi proteica tra le 3 e le 4 ore. Il rilascio totale di amminoacidi nel circolo ematico, tuttavia, può durare fino a 7 ore dopo la sua ingestione.
In sintesi lo studioso Y. Boirie, concludeva che: le proteine del siero del latte non hanno proprietà anticataboliche; la caseina ha proprietà di inibizione del catabolismo proteico; le whey hanno un alto indice insulinico perché inducono una maggiore e più rapida concentrazione di aminoacidi nel sangue al contrario della caseina.