Il microbiota intestinale è un amico invisibile, un Angelo Custode, contro l’osteoartrite
Sconosciuto diversi decenni fa, oggi il microbiota intestinale è sotto la lente di ingrandimento data la sua importanza nel contributo, che offre al mantenimento di un buon stato di salute generale e, soprattutto, per la capacità di innalzare le difese immunitarie contro malattie virali e fungine.
Molti studi scientifici sono in corso nel valutare tipologie e ruoli del nostro microbiota intestinale.
Oggi, la divulgazione scientifica soddisfa la richiesta continua di informazioni.
A questo, un grande contributo lo offre la ricerca scientifica e l’opera divulgativa.
La conoscenza del microbiota intestinale dovrebbe divenire un patrimonio di tutti.
Esso è il nostro Angelo Custode, una sorta di amico invisibile.
Per questo, è importante comprendere che il numero di cellule microbiche presenti nel nostro organismo, che costituisce il microbiota umano, supera, addirittura, il numero delle stesse cellule umane.
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Le conoscenze attuali sul microbiota intestinale ed il suo collegamento con patologie apparentemente lontane dall’apparato gastroenterico, come l’artrite, insieme allo stretto rapporto fra intestino, cervello e pelle, rendono il suo studio uno dei temi più attuali nella ricerca scientifica.
Esso appare coinvolto nelle allergie, come nelle affezioni dell’apparato genito urinario.
Appaiono inoltre sempre più chiare le strette connessioni tra intestino e sistema immunitario.
Si è osservato, inoltre, un ruolo di primo piano nelle prestazioni atletiche.
Molto importante è la stretta relazione fra il cibo ed i microrganismi, in quanto i nostri batteri ben nutriti (prebiotici) ci aiutano a mantenerci in buona salute.
Osteoartrite una malattia correlata al microbiota intestinale
In particolare, l’osteoartrite è la più comune forma di artrite.
In merito, sappiamo che la composizione del microbiota intestinale può influenzare il dolore articolare e lo stato infiammatorio associato.
Ruolo dello streptococco spp
Uno dei batteri maggiormente responsabili è lo streptococco spp., che si pu suddividere in 4 gruppi in base ad emolisi, antigeni di Lancefield e test fenotipici: streptococchi piogeni (beta-emolitico), compresi i gruppi A, B, C, E, F e G; gruppo viridans; lattococchi (generalmente non patogeni); enterococchi.
Sono anaerobi facoltativi (con predilezione per la condizione di anaerobiosi) e catalasi negativi (caratteristica utile per la diagnosi differenziale da Staphylococcus).
Nel 1984 due membri appartenenti al Gruppo D furono assegnati ad un nuovo genere, di conseguenza S. faecaluis e S. faecium divennero rispettivamente Enterecoccus faecalis ed E. faecium., anche se ancora molta letteratura fa rientrare queste due ultime specie fra gli Streptococchi.
Alcune patologie correlate allo streptococco spp
Il Gruppo A provoca infiammazione settica della gola, scarlattina ed altre infezioni piogeniche (con pus) e setticemiche (avvelenamento del sangue), per fortuna, la maggior parte delle infezioni del Gruppo A sono relativamente leggere, come ad esempio l’impetigine. Tuttavia, quando i batteri riescono ad introdursi in parti del corpo dove solitamente non si trovano, l’infezione può assumere carattere grave e condurre fino alla morte. Questo accade quando ferite o altre lesioni cutanee consentono al batterio di entrare in contatto con i tessuti sottostanti, oppure se la capacità individuale di contrastare l’infezione sia compromessa da una patologia cronica o da una malattia del sistema immunitario.
Patologie correlate: Fascite necrotizzante e Shock tossico streptococcica
Due delle forme invasive più gravi dello Streptococco Gruppo A, anche se meno frequenti, sono la fascite necrotizzante e la Sindrome dello Shock Tossico Streptococcica.
La fascite necrotizzante (occasionalmente descritta dai media come “il batterio mangia-carne”) distrugge muscoli, grasso e tessuto cutaneo. Di contro, ogni anno vi sono diversi milioni di casi di infiammazioni alla gola e di impetigine.
Streptococco spp e osteoartrite
Lo streptococco spp ha mostrato correlazione significativa e positiva con dolore e infiammazione alle ginocchia, supportando la possibilità che il microbiota intestinale possa essere utilizzato come target terapeutico.
In pazienti con osteoartrite, un’elevata presenza fecale di Streptococcus spp. sembra associata a sintomatologia significativa di dolore ed infiammazione alle articolazioni delle ginocchia.
Pur considerando fattori influenti sulla osteoartrite, come: obesità, età, sesso, terapie farmacologiche in atto ecc., possiamo affermare che il microbiota intestinale è un target terapeutico nella terapia clinica di questa patologia degenerativa.
Tra le forme di patologia articolare degenerativa, l’osteoartrite è forse la più comune.
Il dolore diffuso e l’infiammazione locale e sistemica sono i tratti distintivi, seppur non specifici.
Tra le cause, quella meccanica e la predisposizione genetica sono le più probabili, nonostante il microbiota intestinale stia assumendo un ruolo chiave in questa patologia.
Dati preliminari dimostrano infatti che una composizione batterica alterata (disbiosi) risulta correlata a stati clinici tipici della malattia.
Studi mirati
Studi mirati hanno evidenziato che l’abbondanza di 4 specie batteriche, tutte appartenenti a Streptococcus spp., è risultata positivamente e significativamente associata con il livello di dolore, anche dopo la correzione per età, sesso, BMI, etnia, fumo, abitudine all’alcol e terapie farmacologiche in corso (inibitori di pompa protonica e antinfiammatori non steroidei).
Anche altri studi hanno dimostrato una forte correlazione positiva tra l’elevata abbondanza di Streptococcus spp. e il dolore alle ginocchia.
Il mediatore di tale associazione sembrerebbe essere il processo infiammatorio, considerando i livelli di versamento dall’articolazione tibiofemorale e patello-femorale di entrambe le ginocchia dei pazienti interessati.
A un maggior dolore corrisponde infatti anche un maggior versamento.
In conclusione, possiamo affermare che la corretta cura del microbiota intestinale svolga un ruolo determinante per la gestione del dolore osteoarticolare.
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