Il Microbiota nasale è influenzato dalle stagioni
I batteri che popolano il naso e i seni paranasali sono in grado di influenzare numerose malattie acute e croniche, localizzate nelle stesse regioni.
Recenti studi dimostrano che funghi e batteri, presenti nel nostro naso e nelle aree circostanti cambiano con le stagioni.
Soprattutto, è emerso che nei seni paranasali alcune popolazioni batteriche e fungine subiscono un’alterazione della loro composizione, mentre altre restano invariate, con l’alternarsi delle stagioni.
Queste osservazioni fanno supporre che, nel tempo, la composizione del microbiota nasale viene modificata dal clima, oltre che da fattori intrinseci all’ospite.
Il microbiota nasale influenza numerose malattie
Sappiamo che il microbiota nasale influenza numerose malattie acute e croniche, che colpiscono gli stessi distretti anatomici.
Le specie microbiche principali dei seni paranasali sono composte principalmente da Actinobacteria e Basidiomycota.
Esiste una popolazione batterica e fungina che rimane, però, costante senza subire variazioni stagionali significative nei soggetti sani. Questa comprende i batteri Corynebacterium, Propionibacterium e Staphylococcus, nonché il fungo Malassezia restricta.
Nei seni paranasali è stata osservata la presenza di funghi e batteri, che variano in quantità, a seconda della stagione.
Le specie batteriche che subiscono variazioni sono risultate sette, mentre per le specie fungine ne sono risultate quattordici.
In particolare, il fungo Coniochaeta fasciculata è tra quelli che subiscono le maggiori variazioni in aumento durante l’inverno, la primavera e l’estate e diminuisce in autunno.
Composizione del microbiota e sue variazioni
Le alterazioni nella composizione del microbiota sono risultate associate a cambiamenti nei fattori climatici come temperatura, precipitazioni, pressione atmosferica e umidità.
Per esempio, una diminuzione di Coniochaeta fasciculata associata ad un aumento della pressione atmosferica, mentre i livelli di C. delicatulum tendono ad aumentare con l’incremento dell’umidità.
Queste variazioni significative del microbiota nasale, in rapporto alle variazioni climatiche, fanno ipotizzare l’importanza del clima e dei relativi parametri sull’equilibrio instabile del microbiota nasale e probabilmente di quello polmonare.
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Ovviamente, ne deriva che nei soggetti sani le variazioni spingano nella direzione di un aumento delle difese aspecifiche primarie contro le malattie delle vie aeree superiori, primariamente, e polmonari secondariamente.
Mantenere sotto il dovuto controllo il microbiota nasale potrebbe evitare il diffondersi di malattie respiratorie, influenzali ed altro, che flagellano numerosi soggetti nelle popolazioni esposte a questi virus e batteri, soprattutto, nei periodi di cambio stagionali, in particolare, passando dall’autunno all’inverno.
L’influenza ed il microbiota nasale
Ricordiamo che, l’influenza è un importante problema di sanità pubblica sia per l’epidemiologia che per la clinica ed i costi sociali.
Il problema è dovuto alla contagiosità oltre che alla diffusione.
Inoltre, i virus presentano una variabilità genetica, stagionale con andamento endemico che può assumere aspetti di pandemia.
L’aspetto che più preoccupa è l’insorgenza di complicanze gravi in soggetti a rischio: bambini, anziani, malati cronici.
Influenza malattia respiratoria
L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali, di tipo stagionale, invernale.
Le pandemie importanti sono state nel 1918, la Spagnola, con 20 milioni di decessi, nel 1957 l’Asiatica, nel 1968 l’Hong Kong e l’ultima si è verificata nel 2009.
Affinché si scateni una pandemia è necessario, soprattutto, che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo a uomo, in modo efficace.
Ricordiamo che, i virus influenzali si trasmettono, soprattutto, per via aerea e si diffondono molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi.
Trasmissione aerea
La trasmissione avviene anche per contatto diretto con persone infette, ad esempio attraverso le mani contaminate sugli occhi, sul naso o sulla bocca o attraverso utensili o oggetti, dato che il virus dell’influenza può persistere molto a lungo e penetrare nell’organismo attraverso le mucose.
Da questo ed altro scaturisce l’importanza di un valido microbiota umano, in particolare di quello nasale e polmonare, al fine di mantenere la migliore capacità di difesa contro possibili agenti patogeni.