VITAMINA C, acido ascorbico, utile contro malattie virali e tumorali
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Importanza della Vitamina C nella nostra alimentazione quotidiana.
Perché integrare?
Sorge spontanea la domanda del perché sia così importante e fondamentale integrare la vitamina C, attraverso un apporto esterno, in determinate quantità come integratore, pur essendo già disponibile e presente in Natura nei cibi.
Purtroppo, la sua disponibilità naturale attraverso i cibi, essendo nell’ordine dei milligrammi, non permette all’organismo di raggiungere i migliori benefici per lo stato di salute generale.
I pochi milligrammi presenti negli alimenti ricchi di vitamina C, servono solamente per non andare incontro allo stato carenziale denominato: scorbuto.
Perché acido ascorbico
Non a caso, da qui la denominazione di acido ascorbico (senza scorbuto), dato che la vitamina fu scoperta l’importanza in merito alla lotta contro lo scorbuto.
Per cui, dagli studi iniziati dalla prima metà del secolo scorso, appare evidente che per poter arrivare a garantire uno stato di benessere e migliorare il proprio stato di salute generale, soprattutto in momenti particolari come in caso di malattie infettive, è meglio aumentare l’assunzione di vitamina C, fino ad alcuni grammi al giorno, e non di soli è pochi milligrammi.
Vitamina C e sistema immunitario
Un ruolo importantissimo della vitamina C è quello di interagire positivamente con il sistema immunitario, che a sua volta viene compromesso anche da abitudine scorrette come il fumo di sigaretta, ed un’alimentazione scorretta.
Una dieta ad alto IG (Indice Glicemico) produce due effetti negativi:
1) uno, legato ai processi metabolici che inducono un’eccesiva produzione di insulina, che per abbassare la glicemia, programma le cellule verso l’accumulo energetico e non la produzione.
Questo ha come conseguenza in caso di eccessi alimentari, un’eccessiva produzione di un ormone contro-insulare come il cortisolo, che svolge azione anti-infiammatoria abbassando così l’immunità innata, aspecifica.
Ancora, questo innesca un quadro di insulino-resistenza, che porta a ridotta produzione di energia (ATP adenosinatrifosfato), necessaria all’organismo.
Inoltre, una dieta ricca di carboidrati produce anche una condizione di glucosio-dipendenza, che condiziona il cervello nelle sue scelte alimentari.
2) L’altro, legato alle alterazioni del microbiota intestinale, in quanto, è in grado di alterare la popolazione di batteri, funghi, virus e protisti, che convivono con noi.
Microbiota e Vitamina C
La popolazione del microbiota è dotata di una propria autonomia. Essa però è influenzata dal nostro regime alimentare, che rappresenta il supporto energetico della flora stessa.
I due gruppi principali del microbiota sono:
1-la flora saccarolitica composta da batteri, che nutrendosi di zuccheri, sono fortemente influenzati dal tipo di alimentazione. Per cui, un’alimentazione troppa ricca di carboidrati potrebbe ingenerare un quadro disbiotico, responsabile, nel lungo periodo, di generare fattori concausali a moltissime malattie conosciute.
2-la flora proteolitica, composta da batteri, che utilizzano le proteine come substrato energetico. Questi, in presenza di disbiosi, interferiscono con l’assimilazione delle proteine e degli aminoacidi, in particolare con gli otto aminoacidi essenziali. Inoltre, spesso questi batteri proteolitici, in disbiosi, colonizzano tratti del tubo digerente, differenti dal colon.
Ricordiamo, ancora, che la flora saccarolitica, si divide in due classi: gli omofermentativi lattacidi che sono favorevoli, e quelli, eterofermentativi, che danno origine a gas (anidride carbonica) e alcol.
Ora, cosa accade nel nostro intestino?
1) Nel nostro intestino accade che quando il bolo alimentare esce dallo stomaco abbiamo un pH di 7.8 dove in questo range di pH possono per così dire cibarsi sia gli omofermentativi, che gli eterofermentativi, però l’eccessiva quantità di zuccheri (alto IG) porta ad un’eccessiva produzione di acido lattico e acido piruvico che causa la diminuzione di pH del chimo alimentare, rendendolo più acido.
2) L’abbassamento del pH riduce l’attività dei succhi pancreatici, quelli che permettono la digestione delle proteine e dei grassi. Tutto ciò innalzerà i processi fermentativi e putrefattivi all’interno del nostro intestino, con eccessiva produzione di gas, alcol ed amine biogene (ptomanie).
Inoltre, tutto ciò riduce la produzione di acido butirrico, e acido acetico che sono alla base dell’alimentazione delle nostre cellule dell’intestino.
3) Ancora, l’acidificazione del chimo alimentare impedisce la produzione del muco basico, da parte di alcune cellule dell’intestino, muco utilizzato come protezione delle pareti intestinali.
Muco e sistema immunitario
Il punto è che, al di sotto di questo muco basico, troviamo il sistema immunitario, che, non più isolato, entra in diretto contatto con i batteri, creando infiammazione ed acidità.
Ora, il sistema immunitario riceve continuamente innumerevoli input ai quali risponde in modo sia specifico che aspecifico e sia con reazioni acute che croniche.
Tra le sue reazioni, spiccano però, per frequenza e importanza, le risposte TH1 e TH2 e quella infiammatoria. La risposta TH1 agisce in modo citotossico contro tumorali e virus, e la TH2 è orientata in senso anticorpale ed è tipica delle malattie allergiche, umorale- anticorpale-parassitaria-bantibatterica.
E’ il tipo di antigene ad attivare la differente risposta immunitaria.
Questo equilibrio viene interrotto ogni volta che abbiamo un evento, come, ad esempio, un raffreddore che chiama in causa il TH1 comportando l’abbassamento del TH2.
Il sistema immunitario
Compresa l’importanza del microbiota, e quindi il relativo interessamento del sistema immunitario, a quest’ultimo resta il compito di ripristinare l’equilibrio del nostro intestino. Questo porta ad una super produzione di linfociti che sono legati al TH2, riducendo il TH1, rimanendo così indifesi da virus e tumore.
Effetti della Vitamina C sul Sistema immunitario
Tornando alla vitamina C, una sua funzione fondamentale è quella di essere un regolatore dell’equilibrio tra TH1 e TH2.
Ancora, quando i linfociti si attivano, hanno necessità di vitamina C che assorbono direttamente dal torrente sanguigno.
Questo è possibile solo in presenza di una sua adeguata disponibilità. Arricchiti in Vitamina C i linfociti sarebbe ben 10 volte più efficienti.
Ecco uno dei motivi per cui è importante integrare dall’esterno una giusta quantità di vitamina C.
Vitamina C e importanza del collagene
Ancora, la vitamina C contribuisce alla normale formazione del collagene, costituente fondamentale della matrice extracellulare. Questa è la principale ìbarriera contro il diffondersi nell’organismo delle cellule tumorali. Inoltre, grazie alla sua azione antiossidante, può contribuire a proteggere le cellule dallo stress ossidativo.
La vitamina C è un inibitore della metalloproteasi (collagenasi), un altro enzima presente all’interno delle cellule tumorali, responsabile della lacerazione delle fibre di collagene presente nello spazio extracellulare, per farsi strada e proliferare.
Ora, una normale posologia giornaliera intorno ai 10 grammi, permette di avere maggiori difese, contribuendo alla sintesi del collagene, rafforzando la matrice extracellulare.
Vitamina C e cellule tumorali
In particolare, va ricordato, che in caso di neoplasie, uno degli effetti più eclatanti della vitamina C è la sua forte azione citotossica sulle cellule tumorali. Va ricordato, che la sua composizione molecolare C6H8O6 molto simile a quella del glucosio C6H12O6.
Per cui, avendo le cellule tumorali al loro interno enzimi che si nutrono di glucosio (C6H12O6), carburante fondamentale per il loro metabolismo, in presenza di massiccia presenza di vitamina C potrebbero assimilare molecole di acido ascorbico C6H8O6.
Per capire l’importanza di questa tesi, va tenuto presente che, nelle cellule sane, esiste la catalasi, un enzima in grado di trasformare il perossido di idrogeno, che si forma dall’unione tra le molecole di vitamina C con i metalli presenti all’interno del citoplasma, in molecole di acqua, permettendo dunque l’espulsione, attraverso la membrana cellulare e poi la via renale. Al contrario, nelle cellule tumorali, non essendo presente la catalasi, il perossido di idrogeno neutralizza gli enzimi stessi che si nutrono di glucosio, determinando il collasso metabolico delle cellule tumorali stesse.
Per ottenere queste dosi massicce la vitamina C andrebbe introdotta endovena.
Dose massima consigliata di Vitamina c
La dose mediamente tollerabile dall’organismo di vitamina C è intorno ai 10gr giornalieri.
Un eventuale impiego a questi dosaggi richiederebbe, una valutazione individuale, prima della somministrazione.
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Va ricordato, che non esistono effetti collaterali, in quanto non si tratta di un farmaco (veleno-dose dipendete), ma parliamo di una molecola pura (acido ascorbico C6H8O6).
Ancora, non esiste alcun pericolo di ipervitaminosi, in quanto, essendo una vitamina idrosolubile, come quelle di gruppo B, l’eccesso inutilizzato viene espulso per via renale dall’organismo entro massimo 4 ore.
Per cui, il dosaggio massimo dipende, esclusivamente, dalla tolleranza del singolo soggetto.
Il limite di tolleranza è dato da una leggera diarrea, che serve all’organismo stesso per liberarsi di un eventuale dose eccessiva.
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