CEFALEA un problema strutturale
Le cefalee sono oggi classificate in primarie e secondarie.
Le primarie sono descritte come sintomo e malattia, allo stesso tempo.
Mentre, le secondarie trovano la loro ragion d’essere in una problematica strutturale intra- o extra-cranica, vascolare, ecc. oppure psicogena.
Questo, il più delle volte, spinge il medico a non ricercare la causa della cefalea.
Per cui lo porta a definire primaria anche quella cefalea, che ad un attento esame potrebbe, invece, essere secondaria.
Quindi, questa non verrà approcciata terapeuticamente, in modo corretto, quello eziologico, ma solo sintomatologico.
Cercare sempre la causa di una malattia
Obiettivo di tutta la ricerca clinica e scientifica è sempre stato, in ambito medico, quello di cercare la causa di una malattia e non soltanto raggiungere la remissione sintomatologica che ci espone, comunque, al rischio di recidive.
Nostro obiettivo è cercare altre possibili soluzioni terapeutiche alla cefalea, soprattutto, guardando con attenzione sia alla causa quanto alla sintomatologia.
Un comportamento professionale corretto per noi è rappresentato dalla ricerca di possibili cause strutturali, quindi, organiche di cefalee, altrimenti definite essenziali.
Inoltre, è opportuno attuare interventi non farmacologici con l’ausilio della fisioterapia gnatologica e dell’auricoloterapia.
Obiettivo: Scongiurare la terapia farmacologica !
Lo scopo è quello di evitare di ricorrere, fin dall’inizio, ad una terapia farmacologica, ben sapendo i rischi di innescare una chiara dipendenza farmacologica.
Purtroppo, è a tutti noto che spesso difronte alle sintomatologie dolorose non si cerca la causa, ma ci si limita solo a trattare il sintomo.
Considerazioni cliniche
Considerato il territorio di innervazione sia sensitivo che motorio e/o viscerale dei nervi cranici è facile intuire che molto spesso l’irritazione di questi nervi avrà come ripercussione l’interessamento dell’area cefalica e di regioni ad essa limitrofe.
Ovviamente, il medico che si troverà di fronte un paziente che lamenta una sintomatologia algica in sede craniale, o strettamente viciniore, non pensando minimamente alle correlazioni prima descritte interpreterà quel sintomo come il frutto di un meccanismo centrale e non periferico.
Ad esempio, la compressione della radice di un nervo cranico in corrispondenza del suo foro di emergenza, verrà spesso diagnosticata come cefalea essenziale o primaria, quando invece trattasi di patologia chiaramente secondaria.
Cefalea primaria o secondaria ?
Il medico considererà primarie tutte le cefalee secondarie a problematiche strutturali, in grado di creare lesioni craniche: intrappolamento dei nervi cranici, ecc o, comunque, qualunque altro problema strutturale, in grado di provocare dolore in area cefalica.
Da queste osservazioni anatomo-fisiologiche siamo spinti a classificare un nuovo tipo di cefalea che definiamo cefalea strutturale.
Cefalea un problema strutturale
Essa dovrebbe essere ricercata ed esclusa ogni volta che un paziente in esame riferisca sintomi, che potrebbero indirizzare verso una diagnosi di cefalea.
La cefalea strutturale si avvicina molto a quella già descritta come cefalea muscolo-tensiva.
Per indagare, in modo corretto, tale possibile componente strutturale alla base del sintomo cefalea, si devono eseguire i test posturali e kinesiologici, la cui la validità è ormai ampiamente riconosciuta e convalidata da molti clinici.
A questi test clinici si affiancherà una valutazione gnatologica per valutare il rapporto craniomandibolare e un’eventuale disfunzione dell’articolazione temporo-mandiblare (ATM).
Stabilita la positività posturale e kinesiologica, eseguiamo un trattamento auricoloterapico finalizzato a resettare il sistema tonico posturale fine.
Inoltre, descriviamo e consigliamo la fisioterapia gnatologica.
Ottenuta la correzione decideremo la conseguente terapia kinesiologico-posturale, auricoloterapica e di fisioterapia gnatologica mirata a correggere il soggetto in esame.
Quale terapia?
In caso di positività ai test, indirizzeremo il paziente dallo specialista di riferimento, in tal caso, l’Odontoiatra-Gnatologo per la realizzazione di un dispositivo inter-occlusale in grado di garantire un appoggio occlusale bilateralmente corretto da indossare durante il sonno e le attività quotidiane (Bite anatomo-fuunzionale).
La bocca, un organo composto da differenti strutture anatomiche (denti, lingua, muscoli ATM, ecc), costituenti il complesso apparato stomato-gnatico, è essa stessa responsabile di squilibri nel sistema muscolare cranio-mandibolare.
La bocca è ampiamente coinvolta anche nel mantenimento della postura e soprattutto nell’attivazione delle catene tonico-posturali centrali e latero-masticatorie (crociate), nonché di tutte le catene viscerali e pre-vertebrali.
Per queste ed altre influenze che partono dai settori inferiori, la bocca può esprimere un disequilibrio in cui un lato entra in funzione e l’altro no.
Questo crea forti coinvolgimenti muscolari che nel tempo portano a evidenti quadri tensivi e torsionali responsabili delle algie cefaliche e cervicali.
La Gnatologia
Un bravo gnatologo facilmente evidenzierà la disfunzione del sistema dento-occlusale e linguale, evidenziando la mancanza di sinergismo durante il reset deglutitorio e di massima intercuspidazione.
Un disequilibrio che si manifesterà in una facilitazione ed una inibizione muscolari.
Da quanto esposto, è per noi fondamentale indagare ogni volta ci si trovi difronte ad un paziente algico, approfondendo tutti gli aspetti strutturali, non ancora considerati, per evitare di definire essenziale una cefalea secondaria.
In questo, l’esatta conoscenza delle problematiche cranio-mandibolari dell’apparato stomato-gnatico, appaiono di importanza fondamentale nell’aiutarci a formulare una diagnosi corretta.
Diversamente, l’operatore sanitario approccerà il paziente con una terapia farmacologica, rivolta al sintomo senza ricercare la causa.
Fondamentale scongiurare la terapia farmacologica
Questo approccio rischia di ottenere solo un effetto temporaneo e palliativo, con il rischio di recidive, che se potranno portare alla dipendenza da farmaco.
Per informazioni e contatti chiamare lo studio 0773694986, sito in Latina, Via Montesanto, 20 oppure direttamente il dr. Angelo Bernardis 3398258903
Per informazioni riguardo visite dedicate in altre sedi oltre quella di Latina contattare Simona 3476388662