Fegato grasso colesterolo e trigliceridi
Fegato primi livelli diagnostici
Il Colesterolo ed i Trigliceridi sono chiari segnali di stress metabolico e di fegato grasso
Il fegato, in condizione di buona salute, è costretto a liberare il sangue dall’eccesso di zuccheri (glucosio) indotto da una dieta alto contenuto di carboidrati raffinati, sotto stimolo insulinico.
Questo è un chiaro segnale da parte del fegato della sua capacità di trasformare gli zuccheri in grassi, sotto forma di colesterolo e trigliceridi, riversandoli nel sangue.
Però, in caso di eccessiva introduzione di carboidrati, in particolar modo, raffinati (farine e zuccheri), esso potrebbe non essere più in grado di trattenerli a livello epatocitario, riversandoli in grande quantità nel sangue.
Questo porta, oltre al fegato grasso, anche ad un innalzamento dei valori ematici di colesterolo e trigliceridi, con comparsa di un quadro di displipidemia.
Il fegato non metabolizza più i grassi
Per cui il fegato non è più in grado di metabolizzare i grassi, in quanto lo stress metabolico è elevato.
Questo porta a sverzamento di grassi in eccesso nel sangue, che il fegato intasato non riesce più a rimuovere.
Insomma, il fegato prima li produce, poi li trasporta attraverso il sangue ai depositi (grasso e muscoli).
Se questi non li accumulano o non li impiegano a scopi energetici, rimangono nel sangue.
In questo caso, il fegato produce una lipoproteina con funzioni di spazzino: l’HDL (colesterolo buono), in grado di ripulire le arterie.
Questo compito ingrato del fegato che si trova a metabolizzare i carboidrati prima e ripulire i grassi in eccesso, fa intasare il fegato, facendolo diventare steatosico e sempre meno efficiente.
Purtroppo, spesso si osservano pazienti con livelli ematici elevati in colesterolo e trigliceridi, che presentano fegato grasso.
Un chiaro segnale di acidità.
Il fegato è una chiara barriera protettiva, oltre ad essere il vero e proprio “filtro” del sangue
Malattie epatiche
Se il fegato viene sovraccaricato e diviene grasso, si congestiona.
Questo crea un ostacolo al normale ritorno venoso dagli arti inferiori e dal plesso emorroidario, nonché dall’area addominale, dagli arti superiori, dalle mammelle e dal viso.
Ricordiamo che la differenza pressoria fra arti inferiori (piede) e fegato è di soli 5mmHg, per cui è facile il ristagno venoso. Nei casi più gravi si può arrivare all’ipertensione portale.
Questo determina anche un forte ristagno di liquidi (ritenzione idrica), che ci fa apparire più gonfi e grassi.
Inoltre, il fegato nel suo compito di smaltimento dei rifiuti grassi del sangue si fa aiutare dal grasso periviscerale, che aumenta considerevolmente.
Quando anche la disponibilità di cellule adipose visverali termina per il fegato non resta che la via della steatosi epatica.
Quando, Il fegato ingrassa inizia a non trattenere più a livello cellulare (citoplasmatico) il grasso prodotto in eccesso, sverzandolo sotto forma di colesterolo e trigliceridi nel sangue, che si innalzeranno in modo vertiginoso.
Dislipidemia aumento di colesterolo e trigliceridi
In particolare in alcuni soggetti sale il livello ematico dei trigliceridi.
Questo crea il quadro dislipidemico, ossia aumento del colesterolo e trigliceridi ematici.
Tutto ciò per poter liberare il sangue da un pericolo maggiore: lo zucchero in eccesso (iperglicemia) e per cercare di ridurre l’acidosi cellulare.
Essendo però, il fegato, una stazione di interscambio, e non una stazione deposito, paga un prezzo biologico alto: il blocco metabolico, che porta all’insorgere della sindrome metabolica.
Il fegato può conservare-accumulare un po’ di grasso (fino al 5% del suo peso) senza problemi, mentre a percentuali più alte inizia ad entrare in sofferenza.
Quando facciamo un’ecografia e ci viene detto di avere un fegato brillante, ossia grasso, quindi steatosico, significa che almeno il 30 % di esso è grasso.
A percentuali inferiori, è difficile evidenziare ecograficamente grasso nel fegato.
Fegato in sofferenza
Un fegato steatosico per sopportare questa condizione aumenta la replicazione cellulare, che porta all’aumento delle transaminasi, indicanti anche l’aumentata morte cellulare.
Inoltre, il fegato chiamato a svolgere un lavoro maggiore, risponde a tale richiesta funzionale, come tutti gli organi del corpo: aumentando di volume (ipertrofizzandosi), prima; e con l’iperplasia successivamente.
Tutto funziona a meraviglia fino a che i processi rigenerativi superano quelli riparativi (fibrotici-cicatriziali).
Il danno epatico : rigenerazione/riparazione
Quando questo rapporto fra rigenerazione/riparazione si inverte inizierà la fibrogenesi che sfocia in cirrosi epatica.
confronto fra fegato sano e fegato grasso
Lo stress metabolico a cui è sottoposto il fegato si misura, innanzitutto, dal colesterolo ematico.
Il fegato per contrastare la necessità di versare troppo colesterolo nel sangue, avrebbe una strada semplice quella di innalzare la produzione dell’HDL (colesterolo buono, spazzini), per liberare appunto le arterie da eventuali inopportuni accumuli di colesterolo cattivo (LDL – spazzatura). Insomma, aumenta la spazzatura, ma contemporaneamente assume nuovi spazzini (HDL).
Fegato Grasso Obesità Microbiota intestinale
Le statine: una soluzione ?
Oggi, la Medicina Ufficiale ha scoperto le statine, farmaci in grado di bloccare l’enzima che produce colesterolo nel fegato e, di conseguenza, il suo eccesso in circolo.
Questi farmaci: le statine, agiscono sull’enzima HMG CoA (Hidrossi-Metil-Glutaril Coenzima A reduttasi) impedendo la formazione di colesterolo e, quindi, bloccando i camion verso la discarica ed aumentando il carico tossinico del fegato (dell’epatocita, in particolare).
Risultato, il fegato diviene sofferente, perché non riesce più a liberarsi del colesterolo e dei trigliceridi in eccesso prodotti, nel sangue.
Transaminasi: un chiaro indicatore
Il segnale che accompagna questo accumulo di tossine (grassi) a livello epatico è l’aumento delle transaminasi, oltre all’ipertrofia epatica.
Le arterie restano pulite, ma il fegato si ingrassa o, meglio, si intossica.
Altro segnale significativo è la comparsa di dolori, mai accusati prima, a carico di varie parti del corpo, sia articolari sia muscolari.
L’eccessiva compromissione muscolare può arrivare alla condizione estremamente pericolosa che è la rabdomiolisi, che potrebbe, come già successo con il Baycol/Lipobay, portare ad esito fatale.
Le statine bloccano l’HMGCoA reduttasi, bloccando così la metabolizzazione dello zucchero in colesterolo, innalzando le transaminasi, il volume epatico e aggravando il quadro steatosico, ecograficamente evidenziabile.
Sintesi: assumendo le statine non si fa altro che mantenere l’immondizia nel fegato, mantenendo pulite le arterie.
Uno penserebbe che così è giusto, in realtà si scongiura un danno futuro arrecandone uno immediato, che non è solo l’aumento del grasso intraepatico, ma anche il blocco del metabolismo, con aumento della morte cellulare intraepatica.
Anche, i muscoli subiscono un danno come le articolazioni, essendo nutriti dal fegato: ricordiamolo il cuore è anchéesso un muscolo striato scheletrico, anche se involontario.
Il fegato non sverzerà più colesterolo nel sangue, ma lo accumulerà dentro di sé.
Se il fegato “ammala” prima o poi “ammaleranno” i reni
Se il fegato inizierà a funzionare meno, ci sarà ristagno ematico e quindi i reni compenseranno innalzando i livelli di stress metabolico, con probabile aumento della pressione arteriosa, in particolare la minima.
Inoltre, un altro segnale dell’aumentato sovraccarico renale è l’innalzamento dell’azotemia e della creatininemia, della poliuria e della minzione notturna segno di grande impegno renale per ridotta funzionalità epatica.
Una situazione simile si ha in corso di gravidanza nei quadri di preeclampsia, in cui il fegato inizia a funzionare in modo minore, sovraccaricando il rene con comparsa di ipertensione arteriosa, azotemia e creatininemia, ed aumento dei soluti e proteine nelle urine.
Il quadro si può aggravare fino alla nefropatia ipertensiva.
Fegato: nutrizione muscolare
Conservare le masse muscolari in un programma di dimagrimento
Va ricordato, che il fegato nutre i muscoli e le articolazioni per cui quando è sovraccaricato, smette di nutrirli e le conseguenze sono la comparsa di significativi dolori muscolari ed articolari.
In sintesi, assumendo le statine (farmaci per il colesterolo) si ottiene al di l’ della significativa diminuzione del colesterolo ematico una serie di svantaggi a carico di tutto l’organismo che vanno segnalati.
Il risultato positivo è quello di cercare di mantenere pulite le arterie, evitando l’arteriosclerosi, diminuendo il rischio di infarto ed ictus.
Però si apre la porta a tutta una serie di effetti collaterali, quali: il fegato grasso steatosico, con conseguente innalzamento delle transaminasi e delle gamma-GT e quindi un significativo danno epatico.
Ricordiamo che una condizione di colestasi epatica si evidenzia da un innalzamento della fosfatasi alcalina, oltre alle transaminasi e le gamma-GT.
Il sovraccarico renale non tarda ad arrivare con innalzamento dell’azotemia e della creatininemia, nonché dei soluti renali e dell’iperpotassiemia.
A livello osteo-mio-articolare, il danno si fa subito sentire con comparsa dei dolori muscolari con crampi, spasmi, mialgia, debolezza muscolare ed aumento del CPK fino a 10 volte superiore alla norma; a livello articolare, compaiono periartriti e lombo-sciatalgie.
Terapia
Una terapia che cerchi di liberare il fegato dallo stress metabolico deve mirare a liberare innanzitutto il fegato dalle tossine in esso accumulate.
La pulizia del fegato finalizzata a liberare il fegato dalla stasi biliare presente nei canalicoli biliari (colestasi) sarà la prima mossa da attuare.
Pulizia del Fegato
Si dovrà proteggere le cellule epatiche dal danno cellulare con tisane a base di silimarina, favorire l’azione depuratrice dei reni impiegando acqua osmotizzata, adottare una dieta priva di soffritti, oli deidrogenati e/o trans, basata principalmente su alimenti di origine vegetale.
Ma soprattutto, si dovrà ridurre drasticamente l’apporto di Carboidrati in particolare i raffinati (farine e zuccheri).
Ancora la restrizione calorica è il primo passo fondamentale per mettere il fegato a riposo metabolico.
Digiuno con integrazione Proteica
Noi consigliamo il digiuno con integrazione proteica. Questo programma alimentare si avvale della ChetoProteina Bernardis, una proteina a lento rilascio di aminoacidi ed oligo-peptidi.
Indispensabili gli aminocidi, in particolare i ramificati, per sostenere la gluconeogenesi (mantenimento di una glicemia costante) senza intaccare le masse muscolari.
Contemporaneamente, gli oligo-peptidi sono il substrato ideale e necessario per la sintesi muscolare e l’azione anti-catabolica.
confronto fra dieta chetogenica e dieta ricca di carboidrati
Fegato ed integratori
Un altro aspetto che non va sottovalutato è quello dell’assunzione di integratori alimentari ideali per migliorare la funzionalità epatica
Fegato ed integratori
Noi consigliamo il Digiuno con Integrazione Proteica per permettere al fegato di “disintossicarsi” attivando la macchina Chetogenica “brucia-Grassi” corporei.